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377/01
Istruzioni per l’uso
Manualetto per la sopravvivenza del tifoso
Introduzione
Questo manualetto è un’iniziativa del Progetto Ultrà e si propone di
informare sulle nuove disposizioni in materia di tifo violento (Legge 377/01).
Il taglio è critico, polemico e – a tratti – ironico.
La storia, infatti, ci insegna che trent’anni di misure sempre più repressive
tredici anni di Leggi Speciali sempre più punitive, non hanno risolto il
problema della violenza negli stadi.
Dati alla mano, gli incidenti non sono diminuiti sensibilmente, casomai
è mutata la tipologia (prima più frequenti incidenti tra opposte tifoserie, ora
molti più incidenti tra ultras e forze dell’ordine).
Certo, la presenza massiccia delle Forze dell’Ordine ha anche funzionato come
deterrente ma spesso una militarizzazione degli stadi così evidente ha
contribuito a creare maggiori tensioni e conflitti.
Nel 1994 gli uomini impiegati ogni domenica nel lavoro di ordine
pubblico allo stadio sono stati 5.500.
Nel 2002 sono stati 10.500: quasi il doppio! Eppure il numero
degli spettatori è diminuito sensibilmente!!!
Anche gli stessi dati forniti dal Ministero degli Interni (gennaio 2002)
sui primi 4 mesi di applicazione della nuova Legge ci lasciano un po’
perplessi.
Infatti, ci viene detto in maniera trionfalistica, che sono in calo gli
incidenti (-21%). Ma non ci viene detto che una sensibile diminuzione
degli incidenti la si poteva registrare anche nei primi mesi di
applicazione delle precedenti leggi in materia di tifo violento (1989;
1995) e che, poi, tutto è tornato come prima.
Ci viene detto che c’è un forte aumento di arresti e di divieti
d’accesso agli stadi. Ma non ci viene detto che, questa Nuova Legge, con
l’enorme discrezionalità che offre in sede di applicazione, più che essere uno
strumento contro chi è responsabile di violenza, sancisce ufficialmente la criminalizzazione
del tifo organizzato.
Così, tra i numeri snocciolati delle persone denunciate diffidate o arrestate,
compaiono anche tifosi denunciati perché si sono coperti in parte il
viso per difendersi dal freddo o diffidati per aver lasciato cadere un
fumogeno dopo averlo utilizzato per la coreografia o, ancora, arrestati per
aver scavalcato una recinzione allo scopo di vedere la partita in un settore
migliore (scorrettezza certo, ma non così grave da meritarsi un arresto!!!)
Forse ragioniamo controcorrente ma non possiamo non chiederci se, invece
di varare l’ennesima legge super-repressiva, non sarebbe stato più utile
apportare alcuni correttivi e miglioramenti alle vecchie leggi e affiancarli a
misure alternative, misure non di coercizione, ma di carattere sociale?
Insomma, forse sarebbe stato opportuno considerare il popolo delle curve
non solo come un problema di ordine pubblico, ma anche come un’aggregazione
sociale, e cominciare ad adottare misure di intervento sociale non
volte a reprimere e controllare, ma capaci di valorizzare le energie positive
presenti in quel mondo e di lavorare sulla mediazione dei conflitti (come
è ormai consuetudine fare in altri ambiti del sociale).
Una sola cosa ci è chiara:
maggior repressione e sempre più pressanti forme di controllo sociale
porteranno sempre più acqua al mulino di una progressiva modernizzazione del
calcio.
Un calcio moderno pronto a sacrificare la passione e il colore del tifo
organizzato (e qui non si parla tanto di violenza), in nome del profitto e del
libero mercato, per trasformare ogni singolo tifoso in un semplice consumatore,
in uno spettatore acquirente del prodotto calcio.
Di qui gli scenari presenti e futuri:
• norme per ostacolare le trasferte dei tifosi e per favorire gli abbonamenti
alle tv a pagamento;
• calcio in tv a tutte le ore e tutti i giorni (sempre a pagamento);
• progetti di nuovi stadi superconfortevoli destinati ad un pubblico
selezionato e disposto a straspendere;
• biglietti sempre più cari; divieto di assistere in piedi alle partite.
Nel calcio del futuro forse non sarà visibile la violenza (però non
diminuirà, anzi, sarà solo - come accade in Inghilterra - lontana dagli
spalti e dagli occhi indiscreti di telecamere e Polizia) ma ci sarà tanta
tristezza.
Sparirà l’anima vera del calcio: la passione, i colori e
quei canti che rendono tanto lo stadio simile a una sagra paesana,
sostituita dalla compostezza di un pubblico formato salotto televisivo.
Rimarranno tollerati da tutti: il doping, le risse tra giocatori,
le partite truccate che garantiranno, rispettivamente, maggiori
prestazioni, pathos televisivo e facili guadagni a gente senza scrupoli.
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